Briatore e Borghese, parlano di lavoro ma intendono sfruttamento del lavoro

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Mi confesso, tifavo per Flavio Briatore quando era in team manager in F1. ora tra le sue tante esternazioni, cito l’ultima; con la quale, ha fatto sapere al mondo di “non avere problemi di reclutamento di personale a Dubai o Arabia Saudita” ma “in Italia sì”, perché qui i ragazzi “cercano lavoro sperando quasi di non trovarlo, preferiscono il Reddito di Cittadinanza”.

Al netto della simpatia – antipatia per il personaggio dall’ego smisurato, confesso di trovarlo simpatico e patetico, simpatico perchè ha citato Dubai e Arabia Saudita, paesi notoriamente iperdemocratici e dalle condizioni di lavoro ottimali e migliori in termini di stipendio ed orario rispetto a Svizzera, Germania e Svezia così per citare paesi a caso.

Lo trovo patetico perchè mi sembra di ascoltare il refrain di un noto politico ed ex presidente del consiglio toscano, Matteo Renzi, che in Arabia Saudita durante una conversazione proprio con l’erede al trono saudita Il controverso principe Mohammed Bin Salman, sospettato – tra le altre cose – dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, dichiarò : “l’Arabia Saudita può essere il luogo di un nuovo Rinascimento”, e si disse pure “invidioso” del costo del lavoro a Riad.

Naturalmente il fatto che si parli di immigrati quasi schiavizzati,spesso torturati,  con paghe da fame e zero diritti, sfugge (ma dai…) ai nostri preparati uomini d’affari.

Sarebbe interessante sapere la paga di questi lavoratori arabi ed il listino prezzi dei locali gestiti da Briatore.

Aggiungo poi, che ci sono i Briatore Boys, come il famosissimo chef e personaggio televisivo Alessandro Borghese, che ha dichiarato “Lavorare non significa essere per forza pagati”, ha detto in un’intervista al Corriere della Sera.

A parte le banali ed odiose generalizzazioni, ci sono tanti ottimi ragazzi che lavorano con profitto e professionalità, quindi in pratica, secondo Borghese, chi si trova a “lavorare per imparare” – magari dopo essersi formato per anni e anni – non deve essere né pagato né garantito in alcun modo, quindi per lavorare occorre accettare paghe da fame o senza stipendio, un generalizzato”zitti e buoni”, altrimenti sei un lavativo percettore di reddito di cittadinanza.

mi chiedo poi quante cose interessanti ed illegali scopriremo,  se analizzassimo con cura i contratti di lavoro. Come di una prima struttura, sul Lago di Garda, cercava un pasticciere che lavorasse 10 ore al giorno per 6 giorni su 7 (fonte, il Fatto Quotidiano).

Mentre attendiamo trepidanti altre lezioni di economia del lavoro dal duo Briatore – Borghese, in Italia assistiamo ad eserciti di lavoratori precari, in nero e spesso sottopagati, della abitudine di molti imprenditori a realizzare profitti comprimendo i salari, quindi si palesa l’inesistenza di una cultura del lavoro e di una considerazione sociale del lavoratore prossima allo zero, la situazione è veramente gravissima e meriterebbe rispetto e politiche adeguate, non battute da bar.

Segnalo che L’Italia nel periodo tra il 1990 e il 2020 è l’unico paese dell’Unione Europea in cui il salario medio annuale dei lavoratori è diminuito del 2,9%, mentre in Germania e in Francia, nello stesso arco di tempo, i salari medi hanno avuto un aumento superiore al 30 %

Per rispondere a Borghese, proseguendo nel suo ragionamento, ci aspettiamo di andare a mangiare al suo ristorante e, di non saldare il conto, come ha suggerito l’ottimo Tommaso Coluzzi sul sito Fanpage.

 

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