Da qualche anno, si sta verificando un fenomeno assolutamente nuovo nel panorama geopolitico mondiale, quello dei conflitti, spesso guerre civili che accadono nel più assordante silenzio dei media, quelle guerre cioè a cui non sono tributati passaggi televisivi o titoli di giornali.
Tra le oltre 30 guerre “silenziose” Ne segnaliamo una: il conflitto in Yemen il paese a sud della penisola araba.
In Italia la parola Yemen ci riporta a Pierpaolo Pasolini che grazie a un suo documentario dell’ottobre del 1970 della città vecchia di Sana’a la capitale del paese, riuscì, insieme ad altri a far dichiarare nel 1986 la città vecchia di Sana’a patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco.
Nei giorni scorsi è stato pubblicato da Amnesty International un rapporto sulle prigioni segrete nello Yemen, che ha di fatto riacceso i riflettori su uno dei conflitti più devastanti degli ultima anni dell’area araba, iniziato nel lontano marzo 2015, seguito ad un tentativo di colpo di Stato da parte della minoranza zaydita Huthi del gennaio dello stesso anno.
In tale rapporto, Amnesty International ha svolto tra l’altro ricerche su 51 uomini arrestati tra marzo 2016 e maggio 2018, Molti di essi hanno trascorso periodi di sparizione forzata e 19 di essi risultano tuttora scomparsi. Siamo di fronte a veri e propri crimini di guerra. Le famiglie dei detenuti vivono un incubo senza fine. Alle loro richieste di sapere dove i loro parenti siano detenuti o se siano ancora vivi, la risposta è il silenzio o l’intimidazione.
Nel report sopra citato si denuncia poi il massiccio uso dei maltrattamenti e della tortura, numerosi detenuti ed ex detenuti, hanno riferito di scariche elettriche, pestaggi e violenze sessuali, in questi centri di detenzione gestiti dalle forze emiratine, addestrate, equipaggiate e finanziato dai sauditi (ricordiamo che all’Arabia le bombe sono fornite dal’Italia), e yemenite.
Le forze emiratine, ufficialmente create dagli Emirati per combattere il terrorismo, dando la caccia ai membri di Al-Qaeda prima e all’Isis poi, di fatto hanno preso di mira anche persone che hanno espresso critiche nei confronti della coalizione a guida saudita del governo, nonché leader locali, attivisti, giornalisti e simpatizzanti e militanti del partito al-Islah, sezione yemenita della Fratellanza musulmana.
Gli Emirati negano da sempre di essere coinvolti in pratiche detentive illegali, nonostante ogni prova dimostri il contrario. Il governo yemenita ha ammesso di fronte a un gruppo di esperti delle Nazioni Unite di non avere il controllo sulle forze di sicurezza addestrate e sostenute dagli Emirati.
Dai primi raid aerei dell’operazione “Decisive storm”, la coalizione araba che nel conflitto sostiene il governo dello Yemen, le vittime sono state oltre 20mila, 4 milioni gli sfollati e 22 milioni di persone, il 90% della popolazione dipende dagli aiuti umanitari.
Famiglie divise e dilaniate, redditi ridotti al minimo, un’emergenza umanitaria dilagante che sembra infinita. Eppure di questo Paese arabo dimenticato dal mondo, nessuno ne parla.
E visto che ci siamo, dimenticatevi anche Sana’a che giorno dopo giorno sta cadendo a pezzi, i suoi splendidi palazzi che tanto l’hanno resa famosa e tanto hanno affascinato Pasolini, se ne stanno andando via, distrutti, vaporizzati da una guerra tanto inutile quanto sanguinaria.
Sana’a sotto i bombardamenti.